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“Medicina per l’anima”. (Iscrizione sopra la porta della Biblioteca di Tebe)

Una storia lunga un’Eternit

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Descrizione

Casale era sempre innevata. D’estate e d’inverno, con il sole e con la pioggia.

Nel 1982, il Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, dispose un’indagine epidemiologica, eseguita dall’epidemiologo Benedetto Terracini, avendo notato il problema di un’esplosione di patologie da amianto a Casale, l’asbestosi e il mesotelioma.

La molla che aveva fatto scattare l’allarme in Raffaele Guariniello, da sempre impegnato nei procedimenti penali riguardanti infortuni sul lavoro, malattie professionali e tutela del consumatore, aveva in realtà origini lontane e risaliva al 1907.

Il 6 aprile 2009 si aprì il primo procedimento penale per disastro ambientale in Europa, il primo a comprendere un reato di omicidio colposo e l’omissione dolosa di cautele anti-infortunistiche. Fu definito il “processo dei record” quello contro Stephan Schmidheiny e Jean-Louis Marie de Cartier de Marchienne, il miliardario svizzero e il barone belga ex-dirigenti della multinazionale.

Il 13 febbraio 2012, la Corte condannò a sedici anni i due proprietari.

Nel giugno del 2013 termina anche il processo di secondo grado, che vede Stephan Schmidheiny, rimasto nel frattempo l’unico imputato, condannato a diciotto anni di carcere.

Poi tutto fu annullato dalla sentenza di prescrizione della Cassazione del 19 novembre 2014.

E a Casale continuava a rimanere la paura, dietro la polvere d’amianto c’erano tante vite, quelle spezzate, quelle traumatizzate, quelle che ancora lottano per una giustizia non ancora arrivata. Perché il mesotelioma ha colpito chiunque e la morte è sempre dietro l’angolo.

Il 14 gennaio 2020, l’udienza preliminare del processo Eternit Bis, per decidere se si potrà proseguire con l’accusa di omicidio volontario al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, e non di omicidio colposo, ormai in prescrizione.

Il 24 gennaio 2020 è stata accolta la richiesta della Procura e Stephan Schmidheiny torna a processo, con l’accusa di omicidio volontario.

La prima udienza si svolgerà in Corte d’Assise a Novara il 27 novembre 2020.

Questo lavoro è dedicato alle vittime, ai parenti che le ricordano lottando ogni giorno, ai progressi medici, alla bonifica, alla ricerca scientifica.

Un libro sobrio, intenso, asciutto, che narra con lucidità e in uno stile quasi febbrile gli eventi, il contesto, la storia ma, soprattutto le vicende umane e personalissime di tutti: i morti e i vivi, i sopravvissuti, i medici, gli epidemiologi, le parti politiche e sindacali, e poi le paure e le ansie, il dolore e la rabbia, e le lotte.

Tutto per mezzo d’interviste e di testimonianze, tutto sul filo del rispetto per chi non ce l’ha fatta e per chi, ancora, continua a combattere affinché giustizia sia fatta.

Dice l’autrice: “ Ho visto con i miei occhi e ho conosciuto. Ho ascoltato le storie e ho scritto. E non mi dimentico”.

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