Descrizione
L’unità nazionale italiana è sempre stata minacciata, ma mai veramente attuata. Ma anche oggi sono sempre più forti le spinte che puntano a una dissoluzione dello stato unitario.
Forse il problema è, come avevano già capito gli Arabi, che l’Italia è un paese troppo lungo. Se ci fu un momento in cui avrebbe potuto essere il Sud, unificato dai Normanni e dagli Svevi, a costituire il nucleo dell’unità italiana, esso sfumò.
Da subito il Risorgimento rischiò di invischiarsi nella palude dell’anti-risorgimento, ma se i pericoli per l’unità furono nei secoli scorsi il nazionalismo violento del fascismo o il potere temporale della Chiesa cattolica, anche oggi non mancano le minacce, da una forma di populismo privatistico antagonista del sentimento patriottico, a una decomposizione del tessuto nazionale, presente al Nord in forme provocatorie ma tutto sommato pacifiche, e incombente al Sud nella secessione criminale delle mafie.
Eppure, per Ruffolo, una speranza c’è: «Realizzare attorno a un progetto nuovo di unità nazionale una vasta rete di solidarietà sarebbe il segno che la “gente”, oggi abbandonata all’autoritratto sterile dei sondaggi, può ancora trasformarsi, riconoscendosi nel suo passato, impegnandosi nella costruzione del suo futuro, in “popolo”».
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