Stai usando troppo disinfettante: ecco le dosi esatte per non sprecare e disinfettare davvero

L’uso eccessivo di disinfettanti non garantisce una maggiore efficacia, ma rappresenta uno spreco sia economico che ambientale. Una corretta disinfezione avviene solo rispettando dosi, tempi e modalità indicate, sia per la sicurezza delle superfici trattate sia per la salute delle persone. Saper dosare correttamente i prodotti permette di evitare rischi e mantenere un ambiente davvero igienizzato.

Perché un uso eccessivo non aumenta la sicurezza

Utilizzare più disinfettante del necessario non offre una protezione superiore da virus o batteri; anzi, può generare una serie di problemi concreti. Le soluzioni troppo concentrate aumentano il rischio di irritazioni cutanee, respiratorie e il deterioramento delle superfici trattate, oltre a un consistente impatto ambientale. Al contrario, una concentrazione troppo bassa non garantisce la distruzione dei microrganismi, rendendo inefficace la procedura. Tutti i principali organismi sanitari sottolineano quanto sia importante attenersi alle indicazioni riportate nelle schede tecniche dei prodotti, sia in ambito domestico sia professionale.

Le dosi raccomandate: esempio pratico di diluizione

La maggior parte dei disinfettanti in commercio viene fornita in soluzioni concentrate che necessitano di essere diluite. L’elemento essenziale è attenersi rigorosamente alle dosi raccomandate dal produttore, calcolando la diluizione in base alla percentuale di principio attivo necessario:

  • Per una soluzione a uso domestico a base di ipoclorito di sodio (la comune candeggina): per una disinfezione generale delle superfici (1000 ppm, ovvero 0,1% di cloro attivo), occorre miscelare 34 ml di ipoclorito di sodio al 3% con acqua fino a raggiungere 1 litro di soluzione totale.
  • Per trattamenti più intensi, come la pulizia di servizi igienici o aree ad alto rischio, si consiglia una soluzione a 5000 ppm (0,5%): aggiungere 170 ml di ipoclorito di sodio al 3% e completare con acqua fino a 1 litro di soluzione.
  • Per grandi quantità, quale un secchio da 10 litri destinato a pavimenti, preparare la soluzione introducendo 500 ml di prodotto concentrato in 9.500 ml di acqua oppure, se si utilizza un recipiente da 10 litri colmo, togliere 500 ml d’acqua e sostituirli con altrettanti di disinfettante.

    Seguire queste proporzioni assicura che la concentrazione d’attivo sia adeguata per un’efficace azione antimicrobica. È importante anche identificare il contenitore con nome del prodotto, data di preparazione e concentrazione della soluzione: la soluzione così preparata deve essere usata entro 7 giorni, salvo diversa indicazione del produttore.

    Alcuni errori comuni e le buone pratiche da seguire

    Tra gli errori più diffusi nell’uso dei disinfettanti spiccano la convinzione che “più se ne usa, meglio è” e la tendenza a ignorare i tempi di contatto. Per una reale disinfezione, oltre alla corretta dose è fondamentale:

  • Lasciare agire il disinfettante per il tempo minimo specificato dal produttore sulla superficie;
  • Non risciacquare subito la superficie (a meno che non sia espressamente richiesto),
  • Usare dispositivi di protezione individuale: guanti, camice, occhiali protettivi o visiera durante la preparazione e l’applicazione delle soluzioni concentrate.

    Nel caso di igiene delle mani, è spesso preferibile lavarsi con acqua e sapone, riservando l’uso di gel disinfettanti a base alcolica solo in assenza di sporco visibile o quando l’acqua non è disponibile. Un uso eccessivo di disinfettanti sulle mani, come per quelli a base di alcol, causa secchezza e potenziali irritazioni della cute, oltre a non eliminare fisicamente sporco e residui oleosi. Laddove si lavora in ambienti come centri estetici o sanitari, è fondamentale lavarle tra un cliente e l’altro e dopo ogni procedura. Per la sanificazione degli strumenti, si raccomanda la corretta selezione del materiale monouso o procedure di disinfezione specifica quali immersioni e successivi risciacqui.

    L’importanza della scheda tecnica e della corretta conservazione

    La scelta del tipo di disinfettante dipende dal livello di contaminazione e dalla superficie da trattare: non tutti i prodotti sono equivalenti per disinfettante e spettro d’azione. È pertanto fondamentale:

  • Valutare il principio attivo presente e la sua concentrazione;
  • Seguire le indicazioni sui tempi di contatto e compatibilità con le superfici;
  • Conservare i disinfettanti in ambienti freschi e asciutti, lontano dalla luce diretta e dal calore;
  • Preparare solo la quantità necessaria, per evitare sprechi e mantenere l’efficacia della soluzione.

    Rispettare la corretta diluizione non solo garantisce la reale eliminazione di batteri, virus e funghi, ma previene anche la formazione di eventuali microrganismi resistenti. L’uso indiscriminato, invece, contribuisce in modo indiretto allo sviluppo di resistenze microbiche e alla diffusione nell’ambiente di sostanze chimiche dannose.

    Consigli pratici per un uso efficiente ed efficace

    Per evitare sprechi e garantire igiene reale:

  • Controlla sempre la percentuale d’uso e il volume d’acqua da mescolare per arrivare all’efficacia richiesta, usando misurini o strumenti graduati chiaramente segnati.
  • In caso di dubbio, meglio rifarsi alle dosi più basse indicate: un prodotto sovraconcentrato non igienizza di più, ma solo spreca risorse e può persino lasciare residui problematici.
  • Confronta le indicazioni di più produttori e affidati a linee guida emanate da enti ufficiali quando si trattano superfici particolari (come stoviglie o spazi con presenza di animali domestici o bambini).
  • Ricorda di areare gli ambienti dopo la disinfezione per limitare l’accumulo di vapori nocivi.
  • Smaltisci eventuali residui di soluzione in base alle normative locali per non inquinare acqua e suolo.

    Prestare attenzione a questi elementi riduce l’inutile impiego di disinfettanti e, contestualmente, offre le migliori garanzie possibili di igiene. Solo così si ottiene il meglio dalle procedure di pulizia e sanificazione, senza rischiare di sprecare prodotto o, peggio, di depotenziarne l’azione.

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